Villains LTD

 

#34

Never say never again

 

Buenos Aires, Argentina

Bunker di emergenza della Villains LTD

Il volto di una bella donna, deturpato da circuiti e piastre di metallo infilate brutalmente sotto la sua pelle, che ancora ne porta vistose cicatrici. Capelli, ciglia e sopracciglia sono stati eliminati, ed un impianto grigio si infila dolorosamente sotto il suo occhio destro.

Il suo sguardo è fisso, anche le pupille si adattano ancora alla luce. Seduta davanti a lei c’è una giovane donna dalla pelle incredibilmente chiara, al limite dell’albinismo, i cui occhi scuri come la notte continuano a fissarla.

-L’ho ipnotizzata di nuovo – rivela Eclisse.

Alle sue spalle, Insomnia si morde un labbro. Non ha mai legato con la mutante ora diventata involontaria cyborg, anzi onestamente non l’ha mai sopportata… ma ci sono cose che persino un’assassina professionista può considerare disumane.

-Dimmi il tuo nome – inizia Eclisse.

-Non lo ricordo – risponde la donna parlando con tono neutro.

-Lavaggio del cervello ? – chiede Insomnia.

-Magari, significherebbe che c’è ancora qualcosa da recuperare… era in coma l’ultima volta che l’avete vista, giusto ? Qualunque procedura chirurgica abbiano usato per ottenere un controllo elettronico del suo potere mutante, è stata parecchio invasiva. A quanto mi avete detto, il suo cervello era così vulnerabile che poche gocce d’alcool la ucciderebbero.

-Vulnerabile – riflette l’assassina – Ho visto Pathfinder rialzarsi senza un graffio dopo una caduta di venti metri sfasciando un muro ed ammaccando un furgone blindato… non credo di averla mai considerata “vulnerabile”.

-Il procedimento che l’ha resa artificialmente super-forte non ha avuto effetto sul suo cervello, allora.

-Path…finder ? – ripete le mutante.

-Il tuo nome in codice. Non te lo ricordi ? Non ti ricordi nemmeno di me ? – insiste Insomnia.

-No… mi dispiace. Ci conosciamo ?

L’assassina sospira, preoccupata.

-Non credevo foste così legate – si meraviglia Eclisse.

-E’ la persona che mi abbia mai fatto arrabbiare di più…dopo Devil forse… mi manca.

-Non ricordi nient’altro ? – fa un ultimo tentativo Eclisse.

-Giustizia sarà fatta ? – risponde Pathfinder, incredibilmente incerta.

-Indubitabilmente – si introduce una voce maschile, al suono della quale Pathfinder indietreggia leggermente.

Augustus DeCeyt entra nella stanza, nel solito completo viola scuro e con il casco da Imperatore del Crimine sottobraccio. I pochi capelli grigi sono scomparsi, così come diverse rughe. Anche se  decisamente lontano dall’avere un corpo atletico, sembra un po’ più in forma.

-Gli impianti cibernetici di miss Mathers ci permettono di collegare il suo cervello ai nostri sistemi informatici, permettendoci di identificare l’esatta posizione del Flagello Nero ovunque nel pianeta. Ho programmato un massiccio contrattacco per le ore 17 zero zero; la presenza è obbligatoria.

-Che fortuna che il Flagello si sia lasciato dietro l’unica pedina che potevamo usare per rintracciarlo – ironizza Eclisse.

-E’ sicuramente una trappola – insiste Insomnia.

-Certamente. Proprio per questo la sto trasformando nella mia trappola per il Flagello Nero – risponde DeCeyt, ritornando sui suoi passi.

-E’ sbagliato ! La stiamo usando proprio come ha fatto il Flagello ! – lo ferma Insomnia, afferrandolo per una spalla.

Per un istante, DeCeyt valuta il da farsi. Deve far rispettare la disciplina ? Dimostrarsi comprensivo ? La seconda. Gli serve il suo aiuto; potrà punirla in seguito.

Sposta fermamente la sua mano, cercando di dimostrarsi il meno ostile possibile.

-E’ necessario. E’ sempre stata esemplare nel mettere da parte i propri scrupoli, Insomnia, perché dovrebbe comportarsi in modo diverso ora ?

-Ci sono cose che nemmeno io farei, Prof. Sono un’assassina, ma sono anche un essere umano…

-Capisco. Aiutate miss Mathers ad indossare il suo vecchio costume – risponde l’Imperatore, allontanandosi definitivamente pensando:

“Potrebbe diventare un problema. Dovrò fare qualcosa per rimediare…”

 

Camera Oscura

Speed Demon entra nella stanza priva di luci, se non per il grosso punto rosso luminoso sopra la scatola nera situata davanti agli schermi che trasmettono solo statica.

Sovrastando il sordo rumore della ventola di raffreddamento, la scatola parla.

-Ancora. Nessuna. Risposta. Dall. Imperatore. Devo. Averlo. Sopravvalutato.

-Posso pattugliare l’intera superficie terrestre in pochi giorni, Flagello Nero.

-Inizia. Nel. Frattempo. Ordinerò. A. Slowdown. Di. Distruggere. Tutte. Le. Città. Natali. Degli. Agenti. Della. Villains. LTD. Giusto. Per. Motivarli.

-Devo ucciderli subito, una volta trovati ?

-Certo. Che. No. Giustizia. Deve. Essere. Fatta. Ma. Non. Dimentichiamo. La. Vendetta.

-Potrei vibrare le mie molecole per passare attraverso le loro teste ed esportare i loro…

Prima che il velocista nel proprio costume metallico nero possa finire la frase, uno degli schermi si accende. Mostra un disco nero fluttuare a mezz’aria in una stanza male illuminata e ricolma di casse di legno.

-Ripensandoci. Perché. Non. Restiamo. A. Casa. Stasera ?

 

Deposito

Diamond Dran esce dal portale, facendo fuoco in ogni direzione con le due grosse mitragliatrici che ha in mano. Oltre a creare una miriade di buchi nelle scatole di legno e a fare un gran rumore, le pallottole non fanno molto altro.

-E’ sicuro…più o meno – fa segno.

Insomnia è la seconda a uscire, armata fino ai denti. Seguono Eclisse e Slim Snake che guidano una smarrita Pathfinder, Shades che si sta aggiustando i guanti di pelle nera, miss Link in un costume antiproiettile che ricorda molto quello di Madame Masque (a cui in effetti sono state rubate le specifiche), ed infine Augustus DeCeyt nella solita “uniforme” se si esclude la pistola nel fodero sottobraccio.

-Dove accidenti siamo, non conosco le coordinate – rivela Switch uscendo dal portale e richiudendolo alle proprie spalle.

-Circa quattromila metri sotto il livello del mare, nell’Oceano Atlantico – chiarisce l’Imperatore.

Il gruppo si dispone a cerchio, in attesa di un attacco da un secondo all’altro. Il silenzio è impressionante.

-Come ha fatto un cervello in bottiglia a costruire tutto questo ? – si meraviglia Shades.

-Domanda affascinante, mister Shades, ma abbiamo problemi più pressanti…

Le casse iniziano ad agitarsi. Un braccio nero ricoperto di scaglie ne apre una dall’interno. Poi un’altra. Un’altra. Un’altra…

Con una rapida occhiata verso l’alto, DeCeyt si accorge di quanto sia incredibilmente alta la stanza e fa un rapido conto delle copie robotiche di Marasso che vede muoversi.

Dopo una dozzina di secondi, mentre le macchine iniziano ad avanzare, finisce il suo conto a 1821.

Sorride mentalmente, perché è la data della morte di Napoleone. Livia è una donna stupefacente.

-Mi dica che ha un piano – supplica Slim Snake.

- “Cercate di restare vivi” ? – suggerisce Switch.

-Mi dica cha ha un buon piano – incalza il Deviante.

-Insomnia, Slim Snake, formate un perimetro difensivo. Shades, Eclisse, voglio il più grande massacro della vostra vita. Dran, Switch, Link, Pathfinder… andiamo ad incontrare il Flagello Nero.

Cinque super-criminali scompaiono in un portale di teletrasporto, mentre Insomnia inizia a fare fuoco sui robot e Slim Snake rilascia artigli e zanne per lanciarsi all’attacco.

-Questo non c’era nel contratto… - si lamenta Eclisse.

Shades sorride come non mai, e si toglie gli occhiali da sole.

-Adoro il mio lavoro.

 

L’altra metà della spedizione punitiva emerge in un’altra stanza, ancora meno illuminata ma decisamente più piccola.

-Dovrebbe essere qui – si scusa Pathfinder.

-Non mi piace, non ci sono uscite… a che serve una stanza del genere ? – si chiede Dran, puntando la mitragliatrice su mura grigie e vuote.

Switch si avvicina a Pathfinder, incerto su cosa dire. Flagello o meno, la sua condizione è in gran parte colpa della Villains LTD… è contento che sia ancora viva e vegeta, ma non aveva mai provato un simile senso di colpa prima…

-‘Finder… Leah… - inizia a dire, prima che un pugno lo colpisca al mento.

Non c’è il tempo per dire molto altro… un altro pugno colpisce duramente Link, una dozzina Dran nell’arco di un secondo (anche se non ne sente nemmeno uno), finché Pathfinder non si muove di scatto ed afferra al volo il pugno diretto verso la sua faccia.

Sbilanciato, Speed Demon cade a terra e finisce direttamente contro il muro. Dran fa fuoco su di lui, ma il velocista afferra con facilità ogni singolo proiettile e con un unico gesto del braccio li lancia tutti quanti in direzione di DeCeyt.

Diamond Dran tocca il proprio capo con una mano sul braccio, allargando il proprio campo di invulnerabilità; i colpi rimbalzano prima sulla sua uniforme viola, poi sulle mura.

Uno di essi sfiora la fronte di Pathfinder, facendo scendere una goccia di sangue. La mutante non sembra accorgersene, mantenendo la sua espressione vacua.

-Merda – esclama Switch, materializzando un portale proprio sotto l’Imperatore. Dran gli è così vicino da cadere insieme a lui, e Link ci salta dentro prima che un altro pugno colpisca il teleporta.

-Cazzo, Sanders, non farmelo fare…

-Giustizia sarà fatta.

-Fatti fottere – risponde Switch stringendo i denti sotto la maschera nera, e materializzando quindici portali attorno al velocista… da cui escono trenta granate a frammentazione, già innescate automaticamente.

Prima che i neuroni del teleporta diano l’ordine di spostarlo in un’altra stanza, Speed Demon afferra le granate e corre attraverso una delle pareti grigie vibrando le proprie molecole; ed un millesimo di secondo prima che Switch abbia finito di pensare di teleportarsi, il velocista gli afferra un braccio e lo gira dietro la schiena rompendo tre ossa.

-Aaah !!! Cristo, Sanders !!!

-La prossima volta non sbattere le palpebre.

Il dolore è troppo forte e troppo recente perché Switch abbia la lucidità di fare qualunque cosa, anche perché Speed Demon lo ha appena afferrato e sbattuto contro il muro a cinquanta chilometri all’ora.

Prima che Switch abbia il tempo di urlare, gli afferra la testa e la sbatte ripetutamente a terra, sempre più forte.

-Urla se vuoi morire più velocemente.

Con il sangue davanti agli occhi e la testa a terra, Switch sente la mano di Speed Demon afferrarlo di nuovo… e non riesce a pensare a niente, se non a notare lo stivale che si è appena posato davanti a lui.

Uno stivale da donna.

-Ne vuoi un po’ anche tu ? – chiede Speed Demon.

Il calcio è così inaspettato, così rapido e così forte, che nemmeno il velocista riesce ad evitarlo. Lo solleva facendolo rimbalzare contro il soffitto di quattro metri, e ricadere rumorosamente a terra.

Switch si rialza. Pathfinder sta fissando Speed Demon, i pugni chiusi e lo sguardo determinato che era sicuro di non rivedere mai più.

-Nessuno fa del male ai miei amici – minaccia la mutante.

 

Speed Demon urla di rabbia, ma non è possibile sentirlo perché il rumore dello spostamento d’aria supera di gran lunga la sua voce. Pathfinder salta per evitarlo, atterrando alle sue spalle; Switch materializza un portale chiuso sul suo percorso, ma il velocista si limita a vibrarci attraverso.

Per trenta interminabili secondi, i tre combattenti si alternano in un balletto alla velocità del pensiero; Switch cambia continuamente posizione per non farsi colpire, senza avere il tempo di fare nulla per attaccare. Pathfinder sfrutta la poca manovrabilità di Speed Demon in spazi chiusi per fare lo stesso, ma nemmeno i suoi riflessi bastano a colpirlo.

-Così non finiremo mai. Rinfreschiamoci le idee – dice Switch.

Il portale successivo non è chiuso, e Speed Demon ci scompare attraverso.

Dall’altra parte, nell’oceano, si agita come un matto per adattarsi alla nuova posizione. Switch non gliene da il tempo, teleportando una furiosa Pathfinder davanti a lui. Un possente calcio solleva un’onda sufficiente ad allontanare il velocista in un altro portale.

Speed Demon atterra nella neve, ed inizia a correre perdendo ben presto aderenza sulle lastre di ghiaccio dell’Antartide prima che un calcio di Pathfinder lo faccia sprofondare attraverso un metro di solido ghiaccio ed un portale di teletrasporto.

L’armatura nera inizia ad incrinarsi quando il calcio lo scaraventa contro una montagna di vibranio in Wakanda. Il metallo assorbe le vibrazioni del colpo, dandogli il tempo di prendere fiato. Il tempo che spreca nel pensare, però, gli impedisce di notare le due gambe femminili uscite da un portale che lo afferrano per la testa e lo scaraventano in un altro portale.

Switch sorride vedendo il velocista sbattuto contro una delle pareti nella stanza dove hanno cominciato lo scontro, per non parlare di quando Pathfinder esce da un portale dopo essere caduta per centinaia di metri sui cieli della Russia ed atterrare su di lui colpendolo con un ultimo, fortissimo calcio.

Speed Demon, senza più un briciolo di energia, sfonda la parete ed il costume metallico cadendo nella stanza piena di Marasso.

Pathfinder riprende fiato, asciugandosi la fronte dal sudore e dal sangue dei proiettili di rimbalzo. Switch le appare davanti, togliendosi la maschera.

-‘Finder, sei stata…

La mutante lo guarda con un misto di gratitudine e perplessità, e per un attimo nessuno dei due sa cosa fare. Switch si manda al diavolo, e saltandole addosso per abbracciarla la bacia.

Il sangue delle ferite di Freeman macchia gli impianti cibernetici della mutante, che presa di sorpresa non sembra avere la più pallida idea di cosa stia succedendo.

-Phua – si lamenta Switch staccando le labbra da quelle della mutante – Sai di metallo e acqua salata…

-Ci conosciamo ? – chiede candidamente la mutante, esaminando curiosa il sangue sulla propria faccia.

Switch la guarda negli occhi per qualche secondo, abbozza un mezzo sorriso malinconico, e si rimette la maschera.

-Credo di no. Mi chiamo Eddie.

-Ciao, Eddie. Sono stata brava ?

-Come ai vecchi tempi, ‘Finder, come ai vecchi tempi. Che ne dici se ammazziamo il tempo insieme ? O qualcos’altro…

 

Camera Oscura

La porta blindata si illumina di giallo, prima di cadere a pezzi. Miss Link entra per prima, illuminando parzialmente la stanza con il suo potere. Solo schermi che trasmettono statica ed un’unica, grossa scatola nera che emette un lieve ronzio.

Una granata fosforescente continua ad illuminare il posto; Dran e DeCeyt entrano nella stanza, guardandosi attorno perplessi.

-Chi ha costruito questo posto, dei vampiri ? – si lamenta l’uomo indistruttibile – Non si vede niente.

-La luce non serve se non si hanno occhi – gli ricorda Link.

DeCeyt resta in piedi con le braccia incrociate dietro la schiena, guardandosi attorno. Poi estrae la pistola da sotto la giacca, inserendo una cartuccia che portava alla cintura.

-Nemmeno. Un. Saluto. Prima. Di. Morire. Augustus ? – chiede la scatola.

-Una ricostruzione convincente, ve ne rendo atto. Credete che sia stupido ?

La scatola si deforma in una miriade di tentacoli assassini che si gettano addosso all’Imperatore, proprio nell’istante in cui la sua arma fa fuoco.

Dran e Link sono pronti ad attaccare il mostro nero, ma si fermano a un silenzioso cenno del loro capo. L’ammasso oleoso si blocca e si solidifica, iniziando a mostrare numerose crepe.

-I suoi servigi non sono più richiesti, Arma 57.

Augustus DeCeyt tocca la statua con un dito, facendola cadere a terra rompendola in mille pezzi. In pochi istanti i frammenti diventano cenere, che evapora molto rapidamente.

-Tutto qui ? Non è bastata un’esplosione atomica, e basta un’iniezione ad uccidere l’arma perfetta ? – si meraviglia Dran, sfiorando la cenere con un piede.

-Mi sono stancato di questi giochi, Flagello Nero. Lasciamo che le pedine continuino il loro gioco, questa è una faccenda che riguarda noi due e noi due soltanto.

-Strano. Momento. Per. Diventare. Sentimentali – risponde acidamente una voce elettronica proveniente da ogni direzione.

-Non sono sentimentale. E’ solo questione di efficienza.

Una delle pareti si solleva parzialmente, rivelando una brillante luce bianca dall’altra parte. Dran fa fuoco verso la persona che si trova dall’altra parte, ma i proiettili si fermano a mezz’aria. Un uomo in armatura nera esce dalla luce, raccogliendo molto lentamente i proiettili ad uno ad uno.

-Siamo morti – capisce Link, le cui mani si illuminano prima che usi il suo potere su Slowdown… ma ancora, DeCeyt la ferma.

-Ultima offerta, Flagello Nero. Le tue pedine non mi interessano. Voglio solo un’occasione di parlare con te, faccia a faccia.

-Cosa. Ti. Fa. Pensare. Che. Io. Abbia. Ancora. Una. Faccia ?

-Perché è l’unica soluzione possibile all’enigma della tua esistenza, Flagello Nero. Hai avuto vent’anni per pensare alla mia morte, ma fino a cinque anni fa non avevi accesso al mondo esterno. In effetti, sono convinto che fino a non più di sei mesi fa tu non avessi nulla di tutto ciò che possiedi ora.

-Professore… di cosa sta parlando ? – si meraviglia Link, che sta faticando a seguire il discorso.

-La Villains LTD si trovava in un momento difficile durante l’attacco, ma ne abbiamo passate di peggiori. Perché non attaccarci ad Alberia ? O durante la retata a Fort Knox ? O quando il gruppo è stato sciolto per tre mesi ? Perché non colpirmi prima della sua fondazione, Flagello Nero ? Per farmi soffrire di più ? Sei troppo intelligente per pensare che non avessi centuplicato i miei piani di difesa negli ultimi tempi. Secondo le mie stime tutto il tuo piano deve essere più giovane di pochissimi mesi.

-Un secondo, Shades aveva ragione…come fa un cervello in bottiglia a costruire tutto questa roba ? Migliaia di Marasso, deve avere una fabbrica… - si domanda Dran.

-O i mezzi per ristrutturare a piacimento la materia e manipolare lo spaziotempo – chiarisce DeCeyt.

-Era la mia seconda ipotesi… - si zittisce da solo l’uomo indistruttibile.

-Per cui, Flagello Nero… Livia… perché i nostri dati sul tuo conto siano compatibili con il tuo status attuale di invincibile ed onnisciente forza oscura, è logico supporre che tu abbia usato questo potere per ricostruire il tuo corpo. Come volevasi dimostrare, tu hai una faccia. Desideri mostrarmela ?

L’attesa è snervante, anche se dura poco meno di un minuto. Poi, preceduta dal rumore di passi decisi, qualcosa inizia ad emergere dalla luce.

Una bellissima donna in un semplice abito da sera nero come la notte, tranne per un grande cerchio rosso brillante sulla modesta scollatura. La sua pelle meticcia contrasta enormemente con i suoi occhi gelidi come l’odio più profondo. Sembra avere poco più di vent’anni.

Livia van der Vorst in DeCeyt, alias il Flagello Nero.

-Ora ricordo perché ti ho sposato, Augustus.

Dran dovrebbe fare fuoco e Link dovrebbe usare il suo potere per farle crollare in testa il soffitto, ed invece se ne restano fermi a bocca aperta.

DeCeyt… cos’altro potrebbe fare ? La osserva senza tradire alcuna emozione.

-Livia. Vedo che neanche tu porti più la fede.

-Ho messo le mani su un gioiello molto più prezioso – risponde la donna, puro odio incarnato, sollevando la mano che stringe con forza un blocco di metallo dorato che brilla di luce.

La sua forma è simile a quella di una “croce egizia”, un ankh. Scariche di energia ne percorrono la superficie quando la donna la punta verso il terzetto.

-Che cos’è, Professore ? – chiede miss Link, pietrificata dalla paura.

-La Chiave dello Zodiaco. Un manufatto alieno dal potere pressoché inesauribile.

-Questo volta siamo morti, vero ? – chiede Dran.

L’Imperatore del Crimine si toglie il casco, fissando negli occhi il Flagello Nero.

-Non se non è strettamente necessario.

 

Deposito

Insomnia si asciuga il sudore sulla fronte con un braccio, mentre con l’altro carica le ultime munizioni che le sono rimaste.

357 Marasso sono stati distrutti, ne restano più di mille….più di quanti ne voglia ancora contare.

L’enorme numero di robot assassini si rivela un vantaggio, perché non possono attaccare tutti quanti insieme. I quattri criminali stanno combattendo praticamente schiena contro schiena, e si stanno avvicinando al limite.

L’originale Marasso era stato progettato e migliorato per essere all’altezza di ogni singolo membro della Villains LTD, e questa ne è una versione potenziata.

Insomnia e Slim Snake non riescono a fermarne più di uno alla volta, assorti nel compito di proteggere Eclisse e Shades mentre combattono. La mezza vampira combatte valorosamente, usando la sua forza sovrannaturale per distruggere i robot dall’esterno e la sua capacità di trasformarsi in nebbia per farlo dall’esterno, riuscendo a volte a combattere fino a cinque robot contemporaneamente.

Anche se non lo ammetterebbe mai, Shades non si sta limitando solo a combattere tutti i robot che si trova davanti ma anche a coprire le spalle ai compagni. Non per chissà quale senso di squadra, ovviamente, ma perché ha bisogno che gli facciano da scudo nel caso i Marasso inizino ad usare in massa le proprie armi fotoniche.

L’esercito di ombre che sta controllando combatte l’esercito di serpenti umanoidi, ed inizialmente è stata una battaglia dura ma equilibrata… e continuerebbe ad esserlo se i Marasso non imparassero dai propri errori, e se gli altri non si stancassero.

Un Marasso afferra Slim Snake e lo scaraventa in mezzo ad una parte del branco finora incapace di avvicinarsi al bersaglio, lasciandolo preda di un probabile linciaggio.

-Slim ! – grida preoccupata Eclisse, sentendo già le prime urla di dolore del Deviante.

-Questi tizi mi stanno simpatici – nota Shades sventrandone due con le loro stesse ombre, mentre un terzo cerca inutilmente di staccare la sua testa ora intangibile.

-Se lo mangeranno vivo, padre !

-Già, peccato. Non ho tempo per godermi lo spettacolo – risponde l’ombra vivente, usando un Marasso per coprirsi dai raggi di luce di un altro.

Eclisse lo maledice mentalmente in tre lingue, trasformandosi in nebbia e sgusciando tra i Marasso fino a giungere al capezzale del Deviante che due robot serpente stanno sbranando.

La ragazza ridiventa parzialmente solida, stringendo i denti per mostrare i canini da vampira.

-State lontani dal ragazzo… è un mio amico.

Ai serpenti non potrebbe importare di meno, e lo direbbero se avessero le corde vocali. Nove di essi si lanciano contro Eclisse, sommergendola.

Il delicato equilibrio tra le due parti si è ormai rotto, e persino Shades si trova accerchiato ed impotente.

 

Un portale di teletrasporto getta in un vulcano attivo quaranta Marasso in un colpo solo, mentre una donna sfonda uno dei muri e cade per più di cinque metri sulla massa di robot neri usandoli come trampolino.

Saltando di parete in parete mentre i Marasso cercano inutilmente di fermarla, Pathfinder sale fino al tetto dell’altissima stanza… e colpisce qualcosa con un calcio.

Più di mille Marasso si fermano immediatamente, come burattini a cui sono stati tagliati i fili. E allo stesso modo, mentre Pathfinder ricade a terra, una ragazza in costume metallico nero precipita a terra.

Eclisse aiuta Slim Snake a sollevarsi, spostando i Marasso che gli sono caduti addosso. Il Deviante è ricoperto di grandi morsi, diversi dei quali hanno staccato pezzi di carne, ma riesce comunque a chiedere:

-Che è successo ?

Switch si fa largo tra i robot disattivati, depositando a terra la ragazza in costume nero. Il suo collo è piegato in modo innaturale, possibile solo spaccando la spina dorsale.

-Erano controllati via radio… da una mutante con il potere di ricevere e trasmettere mentalmente via radio.

-La sorella di Pathfinder ? – ricorda Insomnia, rialzandosi tenendo stretto il braccio che ha rotto nella battaglia.

Switch annuisce, fissando preoccupato la mutante con amnesia.

-Le ha… le ha spezzato il collo con un calcio…

Nel volto di Pathfinder, solo e unicamente confusione.

-La…la conosco ?

Shades sembra voler dire qualcosa, ma Switch lo fulmina con uno sguardo così chiaro da zittire persino l’ombra assassina.

-Spero proprio di no, ‘Finder. Spero proprio di no…

 

Camera Oscura

I due coniugi DeCeyt si fissano intensamente, divisi da un’arma inconcepibilmente potente. Nessuna persona sana di mente che voglia rimanere tale vorrebbe conoscere quello che stanno pensando in questo momento.

Gli occhi del Flagello Nero si stringono, comunicando ancora più rabbia di prima se questo è concepibile.

-Un’altra delle mie pedine è morta, Augustus. Una che avevi giurato di non ferire più se ricordo bene…

-Allora ti devo i miei più sinceri ringraziamenti, Livia, per avermi garantito di non poter più infrangere quella promessa.

L’energia attorno alla Chiave dello Zodiaco è troppa per essere contenuta, ormai. Bolle di energia cosmica le gravitano attorno, immergendo la stanza buia in una bizzarra luce spettrale.

-Sono curioso, Livia, devo ammetterlo. Come hai fatto ad ottenere la Chiave ?

-E’ venuta da me, Augustus… immagina, il mio odio per te era così grande da superare le dimensioni e portarla nelle mie mani, se così si può dire dato che non mi avevi lasciato un corpo. Mi ci è voluto tempo per imparare ad usarla… ma quando ci si impadronisce del controllo della materia, dell’energia e dello spazio… nulla è più impossibile.

-Devo ammettere, Livia, che è uno strumento affascinante. Hai ricostruito il tuo corpo e quello di 57… costruito questa base, i Marassi, recuperato Slowdown dallo spazio, rintracciato i miei uomini e superato le mie misure di sicurezza… sembra non ci siano limiti a quello che può fare.

-Sei sempre il solito, Augustus, più interessato ai tuoi piani che a me – risponde la donna a denti stretti.

La luce della Chiave è ormai accecante. Per quanto lo credesse impossibile, Diamond Dran si ritrova a pregare. Che cosa, neanche lui lo sa…

-Se non ti avessi conosciuto così bene, Livia, non avrei speranze di sopravvivere. Invece, ho trovato quantomeno sospetto che nonostante tutti i tuoi miracoli non potessi impedire le manovre dei miei sottoposti. Quindi ho capito il tuo unico punto debole, “Flagello Nero”: puoi plasmarle e controllarle, ma non puoi leggere le menti.

-E questo come potrebbe aiutarti, se adesso ti riducessi ad un cervello isolato dal mondo ?

-Molto poco, temo. E se io non fossi Augustus DeCeyt, queste sarebbero le mie ultime parole.

-E cosa avresti l’audacia di dire, dopo tutto quello che mi hai fatto ? – chiede il Flagello Nero, appoggiando la Chiave dello Zodiaco sulla fronte dell’Imperatore del Crimine.

Augustus DeCeyt sorride, facendole allentare la presa per la sorpresa.

-Direi “Ora sarebbe un buon momento, Dottore”.

 

L’intera base è scossa da un violentissimo scossone, e poi da un altro in direzione opposta. Slowdown si guarda attorno per capire cosa stia succedendo, quando con un bagliore di luce un uomo corpulento dalla pelle verde gli salta addosso.

-Scusi per il ritardo, Professore… Destino è difficile da convincere – saluta l’Uomo Radiattivo, rilasciando un’ondata di raggi gamma su Slowdown che deve usare una parte considerevole del proprio potere per rallentarne la corsa.

-Siamo sotto il bombardamento di sottomarini dell’Hydra… ringrazi il Teschio Rosso e i suoi satelliti per aver coordinato l’attacco, Flagello Nero.

-E’ un trucco, ho monitorato tutte le vostre comunicazioni – ringhia Livia van der Vorst.

-Ma non ha pensato che Darklady potesse parlare con me con la sua forma astrale, o che il Mandarino avesse una tecnologia in grado di bloccare i suoi sistemi radar. Errore numero due, Livia, non si attacca uno degli otto maggiori super-criminali del mondo senza avere addosso altri sette squali.

-Non importa quanti assi nella manica puoi ancora avere, Augustus, solo io ho la Chiave dello Zodiaco !

L’artefatto alieno si illumina di energia, pronto a sparare… quando una mano strattona rapidamente l’Imperatore, e Diamond Dran si prende in pieno il colpo.

I suoi vestiti bruciano, e dal petto si alza una piccola nuvola nera. Per la prima volta da quando è quello che è, l’uomo invulnerabile prova dolore.

-Cazzo… fa male… avevo dimenticato…il dolore…

-Impressionante – nota DeCeyt osservando il suo dipendente – A meno che, ovviamente, il colpo fosse diretto a me.

Mentre la base trema e Slowdown fatica a contenere il potere dell’Uomo Radiattivo ed evitare che incenerisca tutti i presenti, miss Link si avvicina alle spalle dell’Imperatore e con violenza lo costringe a voltarsi contro di lei.

I suoi occhi brillano di migliaia di scariche elettriche, e la voce con cui parla non è la sua.

-Si ricorda di me, professore ? Connor Mathers, l’uomo a cui ha ridato i poteri e fatto giustiziare dai suo uomini… solo perché “socializzassero” ?

-Come potrei dimenticare, mister Mathers ? – risponde DeCeyt, estraendo qualcosa dalla giacca.

Un piccolo dispositivo, non più grande di un’unghia, che appoggia rapidamente sulla fronte di miss Link… e che immediatamente rilascia una potente scarica elettrica, che ne fa accasciare a terra il corpo privo di sensi se non di vita.

-Peccato. Speravo di potergli offrire un lavoro, avrei voluto un sostituto di Dreadface.

-BASTA !!!

 

All’urlo del Flagello Nero, la Chiave dello Zodiaco si illumina.

Il terreno sotto l’Uomo Radioattivo si fonde, permettendo a Slowdown di evitare il suo attacco e scagliarlo nelle profondità marine con un solo pensiero.

Davanti agli esausti membri della Villains LTD, più di mille Marasso neri appaiono dal nulla pronti a combattere.

Livia van der Vorst punta l’arma addosso a DeCeyt, caricandola dopo l’ultima emissione di energia.

-Questa volta faccio sul serio, Augustus. Questa volta sei morto.

-Sai che odio essere chiamato per nome, Flagello Nero.

DeCeyt afferra l’estremità della Chiave dello Zodiaco, immergendosi nella sua luce. Livia cerca di strappargliela, ma entrambi sembrano incollati ad essa.

-Che stai facendo ? La Chiave è mia !

-Se le mie ricerche sono esatte, Flagello Nero, la Chiave è controllata dalla forza di volontà. E’ passato molto tempo, Livia. Credi di poter reggere il confronto ?

-Crepa.

E’ sufficiente un solo comando da entrambe le parti. C’è una potentissima esplosione, a cui Slowdown riesce a malapena a salvarsi.

Quantità incomprensibili di energia astrale si abbattono sul duro metallo, e migliaia di litri di acqua di mare si gettano sul combattimento della Villains LTD.

L’ultima cosa che molti di loro riesce a vedere è la sfera di energia che si allarga sempre di più…e poi il buio.

 

Da qualche parte nell’Oceano Atlantico

Insomnia apre gli occhi, incerta su come reagire. Non ha più molta esperienza nello svegliarsi, non dovendo più dormire.

-Siamo già morti ?

Slim Snake esce dall’acqua, tenendo a galla il corpo privo di sensi di Speed Demon. Al momento il Deviante ha l’aspetto e le branchie di un atlantideo, ma la propria voce.

-Credo di no… puoi tirarlo su ? Me ne mancano altri.

Soltanto ora Insomnia si rende conto di trovarsi su uno dei portali di teletrasporto di Switch, che vede riprende fiato. Sul disco nero può vedere i corpi privi di sensi ma decisamente vivi dell’Uomo Radioattivo, Dran, Link e Pathfinder… oltre al cadavere di sua sorelle e al corpo disattivato di uno dei Marasso.

Shades appare solidificandosi dall’ombra di quest’ultimo, ed è visibilmente scosso… probabilmente per colpa della luce dell’esplosione.

-Dov’è DeCeyt ? – si chiede Insomnia, quando Slim Snake risale.

-Ho trovato Eclisse, ma non può risalire perché c’è il sole… non ha bisogno di respirare comunque, quindi la teleporteremo da sott’acqua alla base.

Insomnia si muove sul disco nero, stando attenta a non perdere l’equilibrio, finché non raggiunge Pathfinder e la scuote.

-‘Finder ! Dov’è il Professore ?

-Cosa…chi ?

-Il vecchio con il casco viola ! Dov’è l’uomo con il casco viola !?

-Ho capito, ho capito… ho un’amnesia, non sono scema. Dammi un secondo…

I pochi presenti ancora consci si voltano incredibilmente interessati, mentre la mutante si concentra su un senso che solo lei possiede.

-In cielo. Il Professore è andato in cielo.

Insomnia sbianca in volto mentre gli ultimi due anni le passano davanti agli occhi, e con la bocca impastata chiede:

-Vuoi dire… che DeCeyt è morto ?

-No, ho detto che è in cielo. Sopra di noi – risponde Pathfinder indicando il sole.

Insomnia alza lo sguardo, e capisce che Pathfinder non ha indicato il sole… a meno che il sole non stia scendendo verso di loro.

La Villains LTD si ritrae, mentre due immacolate scarpe viola scuro si appoggiano sul portale di teletrasporto.

Augustus DeCeyt, l’Imperatore del Crimine, si aggiusta l’uniforme.

-Professore…come si sente ? – chiede miss Link.

DeCeyt stringe davanti a sé, la Chiave dello Zodiaco, dicendo:

-Come se avessi di nuovo quarant’anni ed il potere di ristrutturare a piacimento la materia e manipolare lo spaziotempo, miss Link.

 

A centinaia di chilometri di distanza

Slowdown smette di rallentare la propria posizione rispetto al moto di rotazione terrestre, appoggiando Livia van der Vorst a terra.

In realtà, “a terra” è la superficie dell’Atlantico e solo il suo potere rallenta la sua caduta per evitare che cada in mare, ma questo non fa molta differenza.

La donna fissa le sue mani vuote, ed anche se avrebbe tutte le ragioni per non farlo il suo odio si calma leggermente.

Ha perso il potere e la sua tecnologia. Ma è di nuovo una donna giovane, brillante, attraente e senza nessuno scrupolo. Ha tutta la vita davanti a sé… ed il tempo per vendicarsi anche di questa sconfitta. Tutto il tempo del mondo, sì… e qualcuno a rallentarlo, se diventasse troppo veloce.

-Andiamo, Slowdown – incita il cyborg – Giustizia deve ancora essere fatta.

Mentre si allontana dalle macerie della sua base, la donna è troppo accecata dall’odio per chiedere al suo sottoposto di tenere sotto controllo i sottomarini dell’Hydra o i satelliti del Teschio Rosso.

Peccato, perché scoprirebbe che sopra e sotto questo specchio d’acqua non è successo nulla negli ultimi mesi… e, sicuramente, sarebbe ancora più infuriata dal bluff di DeCeyt.

 

CONTINUA

 

 

Nel prossimo numero:

Tutto è cambiato per restare lo stesso ? Scordatevelo. Qualcosa è cambiato nella Villains LTD, forse tutto.